“Dopo l’Abigaille dello scorso anno, e passando per la Norma maceratese dell’estate, Odabella ribadisce il valore di Marta Torbidoni. In linea teorica possiamo speculare sul fatto che tali parti siano da prendere con cautela, che sono un rischio, che lo spazio del Magnani può aiutare ma bisogna comunque essere prudenti. Poi, però, lei arriva e, qui come allo Sferisterio, canta benissimo, sicura, naturale, incisiva, forte o dolce quando serve. Allora, possiamo forse mettere da parte i principi assoluti sulle parti pericolose: pericoloso è cantare con una tecnica precaria, non avere consapevolezza di sé e della propria voce, cercare l’effetto e non la musica e la verità del personaggio. Tutti rischi che non sembrano tangere Torbidoni e se un dubbio ci viene, più di lei riguarda le direzioni artistiche. Logico che per il Festival Verdi la si coinvolga in opere come Nabucco o Attila, ma non sarebbe il caso (e non solo in sede di festival, ché la varietà e il valore dei titoli dovrebbero abitare stabilmente anche le stagioni regolari) di proporle altrove anche un Belisario, una Fausta, un Pirata? Lucrezia Borgia per fortuna a Bologna è già arrivata, ma si potrebbe pure ripetere. Quando abbiamo gli artisti, impegnamoli come si deve!”